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san nu mia voia, a cuminci gnanca

Autore: Fabrizio Castoldi

Alla prima visita pastorale del vescovo di Cremona Brivio il 18 settembre 1612 il paese contava 500 anime mentre al tempo della visita del vescovo Isimbardi, l’ 11 giugno 1672, le anime erano 730 con 118 famiglie. Quando il vescovo Settala visitò Breda il 13 maggio 1686 gli abitanti di Breda erano 780 distribuiti in 120 famiglie.

In questa epoca, precisamente nel 1640, venne eretta dalla famiglia Genovesi, la chiesa della Beata Vergine del Lago. Dal 1689 al 1708 le terre sabbionetane erano dipendenti dal governatorato spagnolo di Milano e poi cedute al duca genovese Francesco Maria Spinola per poi ritornare per poco tempo al ducato di Mantova.
Le alluvioni che colpivano il territorio casalasco e viadanese erano frequenti e disastrose (le più recenti avvennero nel: 1595, 1647, 1705, 1839, 1868) ed il 4 novembre 1705 una imponente alluvione fece crollare a Breda circa 100 case causando la morte di numerose persone.

L’ intercessione dei quattro Santi Incoronati permise il ritiro delle acque l’8 di novembre favorendo così la sepoltura dei morti ed il pellegrinaggio al cimitero. Ancora oggi i bredesi ricordano quei giorni con la visita al cimitero l’8 di novembre. Sulla data dell’alluvione, a cui fa riferimento l’intercessione dei quattro Santi Incoronati, vige però incertezza. Infatti taluni sostengono che l’anno dell’alluvione sia quella dell’Oglio del 1823 e che il quadro dei quattro Santi Incoronati faccia riferimento a quell’evento, altri dicono che la tradizione risalga all’alluvione del 1838 o addirittura del 1868.


Quadro 4 Santi Incoronati

Dal 1708 al 1746 il ducato di Sabbioneta venne aggregato a quello dei Gonzaga di Guastalla per diventare nel 1750 di dominio imperiale essendo aggregato allo Stato di Milano. Nel 1781 Sabbioneta formò la III^ delegazione con Commessaggio, Villa Pasquali, Ponteterra e Breda Cisoni. Nel secolo XVIII° con il passaggio delle nostre terre sotto il dominio austriaco e specialmente con l’Imperatrice Teresa d’Austria e Giuseppe II la vita dei poveri contadini cominciò ad andare meglio tanto che un certo benessere permise la costruzione di una nuova chiesa su disegno dell’architetto Pietro Antonio Maggi di Viadana.

Iniziata il 12 maggio 1747, la prima metà fu benedetta ed officiata il 28 marzo 1756; l’altra metà venne costruita dal 12 aprile 1756 e terminata in parte nel 1764. Nei sei anni successivi si pensò agli ornamenti ed alle statue. Parroco di allora, dal 1742 al 1770, fu don Giacomo Cortellazzi. La consacrazione avvenne il 20 novembre 1884 dal vescovo di Cremona Geremia Bonomelli.


Stampa 1727

La volontà riformatrice austriaca si manifestò con un lungo periodo di pace ma anche tramite un regime di polizia atto a tenere lontani persone sgradite come fu, nel rapporto del maggio 1750, il bredese Giovanni Marolo detto “Fagnano”. Dopo una breve appartenenza alla Repubblica Cisalpina creata da Napoleone (1796-1799) e da una ancor più breve dipendenza austriaca, Sabbioneta e Breda Cisoni seguirono le sorti dell’impero napoleonico (1800-1814).

Il ritorno dei francesi il 2 luglio 1800 provocò persecuzioni contro i filo-austriaci ed il 13 settembre furono incarcerati molti aristocratici fra cui il parroco della Breda don Giulio Lanfredi Cavalli. Il clima politico acceso fra i sostenitori dell’Austria e quelli rivoluzionari francesi creò incidenti come l’uccisione a Villa del sergente della guardia nazionale Araldi Luigi di Breda Cisoni.

È in questi anni che avviene lo spostamento (per editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 ma esecutivo in Italia dal 5 Settembre 1806 ) del cimitero dal sagrato della chiesa ad una zona fuori paese ( al 1832 anno di morte del prevosto Giulio Lanfredi Cavalli, questi risulta seppellito nel campo santo fuori paese). Il cimitero ci viene descritto nella visita pastorale del vescovo Isimbardi dell’ 11 giugno 1672: “Il cimitero circonda la chiesa, meno che sul lato verso settentrione. Non è circondato di continuo da un muro. Ci sono quattro sepolcri in chiesa. La casa parrocchiale confina col muro del cimitero nell’angolo meridionale e dista dalla chiesa per la lunghezza del cimitero.”.

Al termine del dominio francese e nei giorni in cui il destino di Napoleone è segnato, i bredesi esultarono, festeggiarono ed invocarono un Te Deum.

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